Parliamo di ciechi. Secondo i vangeli, Gesù non ha mai incontrato un solo cieco che non abbia potuto guarire. Bastavano solo due condizioni: primo, che riconoscessero di avere bisogno di essere guariti e, secondo, che avessero fede che Gesù lo potesse fare.
Eppure centinaia, o migliaia, di ciechi non sono stati guariti. Erano dei ciechi “speciali”! Nel vangelo di Giovanni, capitolo 9, c’è il racconto avvincente e profondo di un uomo nato cieco che Gesù ha guarito. Un gruppo di uomini, che avevano saputo del miracolo, faceva tutto il possibile per spaventare il “miracolato” per impedire che dicesse a qualcuno che il miracolo era stato fatto da Gesù.
Quando Gesù si rese conto di ciò che stava succedendo, disse: «Io sono venuto in questo mondo per fare un giudizio, affinché quelli che non vedono vedano, e quelli che vedono diventino ciechi».
Spesso Gesù parlava in paradossi che facevano ragionare, perché sembravano delle contraddizioni. Qui disse che era venuto nel mondo non solo per dare la vista ai ciechi, ma che avrebbe tolto la vista a chi non era cieco!
Gli uomini che davano fastidio al cieco guarito hanno creduto di capire ciò che Gesù intendeva dire. Essi appartenevano all’ordine religioso ebraico dei Farisei, e si credevano migliori di chiunque altro.
Punti nell’orgoglio, dissero a Gesù: “Non vorrai mica dire che noi siamo quelli che sono diventati ciechi?”
Avevano capito che Gesù non parlava più della cecità degli occhi, ma della cecità dell’anima. I ciechi dell’anima sono quelli che possono vederci bene con gli occhi, ma che rifiutano di capire e credere alla verità che non va d’accordo con le loro idee religiose. In questo senso, erano proprio ciechi. Non volevano credere che Gesù fosse Dio e che potesse non solo guarire gli ammalati ma, cosa ancora più grande, salvare i peccatori dal giudizio di Dio.
Come ha risposto a quei religiosi per far loro vedere la loro colpa? “Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: «Noi vediamo», il vostro peccato rimane” (Giovanni 9:41).
Essere, agli occhi di Dio, dei peccatori non è una cosa strana: tutti gli uomini sono peccatori. Tutti hanno bisogno di confessare a Dio che lo sono e chiedergli il perdono dei loro peccati e il dono della salvezza, offerta per grazia da Dio e resa possibile dalla morte e dalla risurrezione di Cristo.
Proprio per questo, Gesù ha detto, come è scritto nel titolo di questo articolo: “Colui che viene a me, non lo caccerò fuori”.
Dio non si sorprende che tu sia peccatore, che tu abbia peccato, a volte per sbaglio, altre volte proprio per una tua decisione. Tutti gli esseri umani fanno così.
Non soltanto Dio non si sorprende di trovarsi davanti ad un peccatore, ma ha mandato Gesù proprio a morire per i peccatori, perché tu possa essere perdonato e ricevere in dono una vita nuova, di amicizia e armonia con Lui.
Gesù paragona la tua vita fin qui a quella di un cieco. Molte cose non le hai sapute, molte cose non le hai capite, molte cose non hai saputo evitarle, molti pasticci spiacevoli li hai creati tu. Se tu dici a Gesù che sei un cieco e che vuoi essere guarito, Lui ti comprende perfettamente. Egli promette che non caccerà mai via un cieco che chiede il suo aiuto, anzi che chiede la guarigione dalla cecità del suo peccato.
Così, con la tua preghiera semplice e sincera tu potrai compiere anche la seconda delle cose che Gesù ti chiede per ottenere la salvezza: non solo la confessione che sei un peccatore degno della sua condanna e che chiedi il suo perdono, ma anche che tu sei convinto che Egli ti vuole e può perdonare e togliere tutta la colpa dei tuoi peccati. Insomma, tu credi in Lui come tuo Salvatore e Signore.
Ecco tre meravigliose promesse che Gesù fa a te e a chiunque fa come tu hai fatto.
- “Colui che viene a me, non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:27).
- “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Giovanni 5:24).
- “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre” (Giovanni 10:27-29).
Ora, prima di concludere, ti devo ricordare di nuovo le parole che Gesù disse ai quei religiosi ebrei, così sicuri di essere nel giusto che non vollero né ascoltare Gesù né credere a quello che diceva. Essi erano convinti di “vederci chiaro” senza l’aiuto di Gesù, e perciò Egli ha detto loro: “Siccome dite: «Noi vediamo», il vostro peccato rimane” (Giovanni 9:41).
È abbastanza normale che alcuni che leggeranno questo blog potranno dire: “Non credo a Dio né alla religione e perciò non credo a questa roba” o, forse, alcuni altri diranno: “Ma io ho la mia religione e quella mi basta. Non la posso cambiare dopo tutto questo tempo”. Qualcun altro dirà: “Vorrei capire di più”.
È chiaro: la scelta è tua. Nessuno dice di no. Però è evidente che ogni scelta ha le sue conseguenze inevitabili. Per questo motivo, ti merita pensarci bene.
Se vuoi delle risposte alle tue domande, o se desideri altre letture per aiutarti a capire di più, puoi mandare le tue richieste a questo indirizzo:
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Per potere aiutarti a capire meglio questo argomento, in questa pagina vi sono alcune semplici definizioni delle parole che abbiamo usate.
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